Ale

Ale:

 

Cosa c’è di più bello del dormire assieme?
Ed è proprio così che inizia..

Io a sinistra, tu a destra, sotto solo al lenzuolo, in una di quelle nottate tiepide di metà settembre.
Le mie braccia piegate, a tenere le mani sotto la nuca, lo sguardo puntato sul soffitto e la pelle che profuma ancora della doccia fatta subito prima di coricarmi, poche ore prima, misto al mio profumo. Il viso profuma ancora del dopo barba. Addosso, io solo un paio di boxer, tu mutandine e canottiera.

Mi passo una mano fra i capelli. Ti svegli. Ti volti verso di me. Sorridi, mi guardi. La vedo. Da sotto il lenzuolo. La tua gamba destra che si piega e si avvicina a me. La sento. La tua pelle liscia che accarezza la mia, risalendo dal ginocchio fino al bordo inferiore dei miei boxer. Ti guardo. Il tuo sorriso diventa malizioso. Capisco.

Abbandono la mia posizione. Mi volto verso di te. Il mio braccio destro ti passa nell’incavo del collo e ti stringe a me. La mia mano sinistra si posa sulla tua coscia, l’accarezza, la stringe un poco. Ti bacio. Le nostre lingue che si sfiorano, si toccano, si accarezzano e si incrociano nella lussuria di un bacio durante il quale il tuo bacino si avvicina al mio, fino a toccarlo.

Ti faccio un cenno col capo. Capisci. Sciogliamo l’abbraccio. Mi dai le spalle. Ti metti seduta sul bordo del letto. Ti sfili la canottiera. Mi dai appena uno scorcio dei tuoi seni. Ti stendi prona. Mi inginocchio accanto a te. Ti accarezzo lungo la schiena: le spalle, le scapole, i fianchi. Arrivato alle mutandine te le sfilo con calma.

Ti faccio allargare le gambe. Ti massaggio: Faccio pressione, la giusta pressione, nel giusto modo, nei posti giusti. Ti massaggio le spalle, la schiena lungo la colonna, prima in alto, poi scendendo gradualmente. Tutti i muscoli si rilassano, ad uno ad uno. Ti immergi sempre più in un piacevole torpore. Le mie mani sulla tua pelle rimangono, mentre procedo a massaggiarti, l’unica cosa di cui sei cosciente. Arrivato al fondoschiena lo sfioro. Mi chino. Ti mordo il collo. Ti bacio poco più sotto. Continuo a baciarti la pelle. Continuo a scendere. Mi rialzo.

Ti massaggio la gamba sinistra, partendo dalla caviglia. Anche stavolta i muscoli si rilassano sempre più. Arrivo al ginocchio. Procedo. Massaggio la coscia fino a sfiorarti nuovamente il fondoschiena. Torno verso il basso. Massaggio una seconda volta la coscia, concentrandomi sull’interno. Risalgo fino a sfiorarti l’inguine.

Scendo di nuovo. Stavolta la gamba destra. La caviglia. Il polpaccio. Il ginocchio. La coscia. Arrivo a sfiorarti il sedere. Poi giù ancora. L’interno coscia. Arrivo a sfiorarti l’inguine.
Più risalgo la gamba, più la tua eccitazione si fa evidente. Finisco di massaggiarti. Le grandi labbra sono lucide, umide. Piano piano si separano, come i petali d’un fiore che sboccia.
Le mie mani si posano sul tuo sedere. Lo massaggiano un poco. Scivolano verso l’alto. Ti prendono i fianchi. Ti fanno pressione. Ti invitano a girarti. Capisci.

Sei stesa. Sei supina. Hai le gambe aperte. Hai me fra le tue gambe. Sono in ginocchio. Hai me che mi stendo. Il mio corpo aderisce al tuo. Il mio membro ancora “a riposo” aderisce al tuo fiore. Ti bacio. Ancora lussuria. Profonda. Travolgente. La mia mano ti carezza la guancia.

Il bacio finisce. Scendo con le labbra. Mi fermo sui seni. A turno. Li bacio. Ne succhio i capezzoli. Li mordicchio. Li stringo intanto con ambo le mani. Scendo ancora. Ti bacio il ventre. Ti bacio lungo la linea che dall’ombelico porta al monte di venere. Al tuo monte di Venere coperto di morbidi e curati peli. Ti bacio ogni punto lungo quella linea. Arrivo al monte di Venere. Scendo ancora. Scendo rapido. Scendo fino al buchino del tuo fiore. Già umido. Già dischiuso. Lo sfioro con la lingua. Lo assaporo. Vi infilo la punta tesa della mia lingua. Spingo sulle pareti. Continuo. Poco più di un minuto. Risalgo. Stuzzicando con la punta della lingua fra le piccole labbra. Risalgo. Arrivo al clitoride. Ormai è una perlina rosa. Tonda. Liscia. Lucida. Bagnata. Vi ruoto attorno con le labbra. Lo stuzzico. Ansimi. Vi passo sopra. Lo stimolo. Ansimi. Lo succhio. Lo mordicchio. Ansimi ancora.

L’indice della mano destra si avvicina al tuo fiore. Lo infilo. Lentamente. Non smetto di compiere quei movimenti con la bocca. Infilo un secondo dito. Comincio con le dita a fare avanti e indietro. Non smetto con la bocca. Mi metti la mano sulla nuca. Mi spingi il viso ad affondare nelle tue intimità. Inspiro quel tuo profumo afrodisiaco. Divino.

Le tue gambe tremano. Sempre più forte. I muscoli si irrigidiscono. Sfilo le dita. Abbasso il viso. Apro le labbra. La lingua fuoriesce. Bevo i tuoi umori. Mi sporco il viso.

Mi prendi il viso. È ancora bagnato di te. Con ambo le mani mi tiri su. Mi fai stendere. Mi sfili i boxer. È ancora giù. Ti chini. Lo prendi con le labbra. Alla base. Cominci a succhiare. Comincia subito a crescere. Lo senti divenire sempre più grande fra le tue labbra.
Fai su e giù con la testa. Ansimo. Con la mano mi massaggi i testicoli. Inarco un poco la schiena. Ansimo. Continui qualche minuto. Continuo ad ansimare. Sempre più forte. Sto per venire. Inarco maggiormente la schiena. Ti metto la mano sulla nuca. Non faccio pressione. Non ti tengo lì a forza. Sposti le labbra sulla punta. La tua lingua mi stuzzica il prepuzio. Lì ho qualche spasmo. Uno. Due. Al terzo. È al terzo che il primo fiotto esce. Caldo. Denso. Pesante. Abbondante. Mi sfugge un mugolio. Fa quasi male. Altri due fiotti del tutto simili. La bocca è piena. Continui a succhiare fino a che non è tornato a riposo. Allontani il viso. Deglutisci. Ti stendi su di me. Mi abbracci. Mi baci. Sento il mio sapore che ancora ti satura la bocca e la lingua. Senti il tuo sapore che ancora mi pervade. Di scatto ti muovi. Mi fai girare. Ora sono io sopra.

Poggio il palmo destro sul monte di venere. Il pollice va a massaggiare il clitoride. Ansimi. Ti guardo. Ti sento. Lì mi rinvigorisco. Lo appoggio fra le labbra. Lo sfrego. Lo bagno di te. Lo infilo fra il pollice e il clitoride. Lo appoggio sul buchino e spingo un poco. Allontano il bacino. Allento la pressione. Di colpo spingo. Entra tutto. Il mio bacino sbatte contro il tuo. Un tuo gridolino. Le tue unghie sulla schiena. Mi graffi. Comincio a fare avanti e indietro. Scorre. Scivola. I tuoi umori colano. Dal fiore bagnano il buchino dietro. Ansimi. Ansimo.
Mi fermo. Ti faccio girare. Ti metto carponi. Lo infilo nuovamente. Torno a fare avanti e indietro. Me lo chiedi. Mi implori quasi. Accetto. Ti appoggio il palmo della mano sul didietro. L’indice si allunga e si infila dentro. I movimenti del bacino si fanno più intensi. Più veloci. Ad un tratto rallentano. Lo sfilo. Lascio solo la punta appoggiata. Con un colpo deciso lo infilo ancora tutto. Ricomincio. Accelero. Continuo ancora minuti e minuti. Tu vieni. Ancora e ancora.  Mi fermo. Lo sfilo. Ti stendi supina. Ti salgo sopra a cavalcioni. Porti le mani ai seni. Accogli il mio membro fra di essi. Cominci a muoverli. Su e giù. Dopo poco tempo. Di nuovo piccoli spasmi. Uno. Due. Tre. Quattro. Ecco il quinto. Quasi violento. Muovo il bacino in avanti e poi nuovamente indietro. Eccolo. Schizzi sulle guance. Sulle labbra. Sui capelli. Grosse gocce colano sui seni. Mi alzo. Ti lascio così. Coperta del mio seme. Vado in bagno. Senti l’acqua che scroscia nella vasca. Torno. Ti prendo in braccio. Ti porto in bagno. Ti faccio stendere. La vasca è piena per un quarto. Il livello sale. Ti copre gradualmente tutta. Fino al collo.

 

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