L’ospite (l’incestuosa voglia di Monica) – II

Anche conquistare suo marito è stato semplice.

È bastato presentarmi con una buona porzione di pelle scoperta e fare un po’ la smorfiosa fin dalla presentazione (“Christian, questa è Marinella, la mia ex-compagna di classe. L’ho invitata per cena…”), lasciando che l’atmosfera rimanesse scherzosa, ridendo di ogni sua cazzata e non lasciandomi sfuggire ogni occasione per cercare un contatto fisico (“Io invece guardo prima le mani… Mi piacciono forti, così, come le hai tu…” “Siediti, siediti. Ci stiamo tutt’e due…”) lasciando che il suo subconscio registrasse la mia disponibilità.

A tavola è seduto al mio fianco e le sue attenzioni sono tutte per me. Percepisco la gelosia trattenuta di Paolo, seduto di fronte a lui, e l’emozione di Monica, che forse ancora non ci crede che lo stiamo facendo davvero.

Francesca, la loro figlia minore, non sembra nemmeno sia sul nostro stesso piano dimensionale. È una di quelle a cui sarebbe bello mordere con forza le chiappe, per vederla finalmente coinvolta in qualcosa che le sta succedendo, ma forse è solo una mia impressione e chissà lei in realtà che pensieri avrà in testa.

“Devo ancora trovare un albergo per stasera…” Lascio andare la frase con noncuranza.

“Ma puoi dormire qui da noi!” Gli ride anche ciò su cui siede. Faccio un po’ di scialba resistenza, poi ovviamente accetto. Pochi minuti dopo sento sotto il tavolo la sua gamba appoggiarsi alla mia, con finta indifferenza. Lascio fare mantenendo il buon umore. Appoggiando la mano sulla sua gli chiedo un altro po’ di vino e trattengo quel tocco molto più del dovuto, nel caso il suo subconscio sia particolarmente ottuso.

Dopo circa cinque minuti che ho sentito Monica entrare nel bagno già occupato dal marito esco dalla camera dove mi hanno sistemata per la notte ed entro anch’io.

La trovo appoggiata al lavandino, leggermente curvata verso lo specchio, con la camicia da notte sollevata ai fianchi dalle mani del marito che la sta penetrando freneticamente da tergo.

Lo sapevo che con l’eccitazione stimolata per tutta la serata non si sarebbe certo tirato indietro dalle avance della moglie (diabolicamente le avevo anche suggerito di iniziare sfottendolo per la sua fin troppo evidente attrazione nei miei confronti e di tastargli il pacco affermando di voler verificare se era ancora presente l’effetto che gli avevo fatto)!

“Ops!…” Faccio la faccia sorpresa e spalanco gli occhi sulla scena, da attrice navigata. Christian, lui sì sorpreso per davvero, si sfila velocemente dalla moglie e si copre i genitali con le mani. Mi scappa un sorriso riflettendo sul fatto che suo figlio non ci sarebbe riuscito a nasconderselo per intero.

Monica rimane invece immobile, lasciva, con le pudenda esposte e grondanti. “Volevo lavarmi i denti…” dico innocentemente.

Monica senza scomporsi prende uno spazzolino dal bicchiere e il tubetto del dentifricio, lo apre e ne spreme fuori un centimetro sulle setole, poi si gira e me lo porge. Serafica.

Avevamo provato questa scena nel pomeriggio.

Io fingo un paio di secondi di indecisione, getto un’occhiata a Christian che non sa proprio come reagire, poi faccio un passo verso Monica, accetto lo spazzolino e aspetto che lei si sposti di lato per farmi spazio. Apro il miscelatore e chinandomi in avanti mi lavo i denti.

Quando sento la sua mano sollevarmi la sottoveste che ho indossato per la notte e scoprirmi così il sedere sobbalzo. Non indosso intimo.

“È questo che ti attizza tanto?” chiede ironica al marito. Questa non l’avevamo preparata e che improvvisasse proprio non me l’aspettavo. In questi primi passi avrei dovuto soltanto cercare di entrare più in intimità e in confidenza con lui, senza rischiare di tirare troppo la corda.

Monica invece ha optato evidentemente per uno strattone.

Spiazzata alzo la testa per cercare il suo sguardo attraverso lo specchio. Trovo quello di lui.

Faccio allora ciò che è sempre meglio fare quando non si sa quali alternative possano esserci: sorrido.

“In effetti non hai tutti i torti…” continua lei, sempre rivolta al marito. Mi afferra un gluteo. “Senti qua che consistenza!” Me lo strapazza. “Senti, senti!…”

Lui comprensibilmente tituba. Non penso abbia mai visto sua moglie così… spudorata, diciamo.

Ancora con lo spazzolino tra i denti e le mani appoggiate sul bordo in ceramica chino nuovamente la testa verso il lavandino, per fargli capire quanto possa considerarmi sottomessa.

Finalmente sento anche la sua mano appoggiarsi al mio sedere.

Mi palpano insieme, e con sempre maggior partecipazione.

Credo siano di Monica le prime dita a osare anche il contatto con i miei orifizi. Lui comunque la imita immediatamente. Concentrano lì nel mezzo le loro attenzioni. Sento più di un dito entrarmi dentro.

Monica ci sta prendendo gusto. “Non lo sapevi che era così troietta la mia amica, eh?” Penso se ne stia facendo un’idea. La mia eccitazione cresce.

Mi cade lo spazzolino.

Sento la voce di Monica sussurrare alcune parole che non distinguo e poco dopo l’organo riproduttivo di suo marito si appoggia sulla mia fessura bagnata e delicato, ma deciso, inizia a penetrarmi.

Sento la mano di sua moglie trafficare lì sotto; credo gli stia massaggiando lo scroto. Le nocche strusciano contro il mio clitoride, alimentando ancora maggiormente il mio piacere.

Un’altra mano mi solleva ulteriormente la sottoveste e mi afferra un seno.

Cerco di trattenere i gemiti, poi cambio idea e mi lascio decisamente andare.

I miei uggiolii riempiono la stanza da bagno, trapelano sicuramente nel corridoio e non possono che arrivare anche alle innocenti orecchie della progenie.

Io e Christian veniamo quasi insieme, come fossimo una coppia navigata. Per la precisione io raggiungo l’orgasmo, urlando disinibita di piacere, lui subito si sfila e un secondo dopo mi schizza il suo seme caldo sulle natiche e sulla schiena, mentre la mano di Monica ancora non si ferma.

I respiri tornano lentamente regolari.

Christian fa un passo indietro e la sua mogliettina si abbassa sul mio corpo. Sento la sua lingua passare sulla mia pelle e raccogliere lo sperma. Lo fa con cura. Dalle scapole al solco del fondoschiena.

Poi appoggiandomi una mano sulla spalla mi invita a risollevare il busto e a girarmi.

Mi bacia.

Il liquido seminale che ancora non ha ingoiato si miscela con la saliva di entrambe. Lo spinge tutto nella mia bocca. Capisco che finché non lo deglutirò non si staccherà dalle mie labbra. Lo faccio.

Christian ci guarda attonito. Noto che ha il pisello ancora dritto, puntato contro di noi.

Mi sottraggo dall’abbraccio di sua moglie e gli passo accanto, accarezzandoglielo. “Riposo, soldato.” Apro la porta ed esco sistemandomi la sottoveste.

Mi ritrovo davanti Francesca, che sicuramente ci ha sentiti e si è piazzata incredula di fronte alla porta del bagno. Mi guarda sconvolta con la mandibola abbandonata, come nei cartoni animati. Io ho una spallina abbassata che mi scopre un seno e l’orlo inferiore ancora mezzo arricciato sui fianchi.

Il suo sguardo cade sulla striscetta di pelo del mio pube, poi si sposta dietro di me, oltre l’uscio, sul corpo nudo di suo padre e sul viso ancora sporco di sperma della madre.

Si guardano senza sapere assolutamente cosa dire. Allungo un dito sotto il suo mento e le chiudo la bocca, attirando così l’attenzione nuovamente su di me. Mi chiudo la porta alle spalle augurandole candidamente la buonanotte, poi le faccio l’occhiolino e me ne vado nella stanza in cui passerò il resto della notte. Quella di Paolo.

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