Luna park

Iuri ci giura che è così. Malgrado sia ancora un ragazzo è da parecchi anni che sta alla cassa della casa degli specchi. Dice che almeno un paio a sera le becca, senza mutande. Quando tutte sghignazzanti passano su un punto preciso della passerella di metallo davanti al suo gabbiotto lui preme il pulsante e l’aria compressa fa volare in alto la gonna e le loro intimità diventano per qualche secondo alquanto pubbliche. Dice che lì di fronte sostano sempre parecchi ragazzotti in attesa dello spettacolo. E questo è vero, lo possiamo constatare noi stessi.
Non sbaglia un colpo, si vanta, perché le sa riconoscere dalla faccia, lui, quelle a cui piace rischiare di far vedere a tutti quanto sono vacche. Dice che non è mica facile, che alcune hanno proprio l’aspetto da ragazze serie e che, a parte lui, nessuno lo direbbe mai. E guarda me mentre lo afferma, lo stronzetto, con la sua espressione da iena a cinque centimetri dalla preda.
Ma io col cazzo che ci passo sulla sua passerella! Anche se, in effetti, la tentazione è quasi irresistibile…

 

(tratto da 116 piccoli segreti)

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